Benvenuti dal Comitato Tutela San Massimo Borghetto O.N.L.U.S

Nella congiunzione dei comuni di Villa del Conte, San Martino di Lupari e Santa Giustina in Colle si trova il paese di Borghetto. Il fulcro di questa località è rappresentato dalla chiesa campestre di San Massimo e San Rocco, recentemente restaurata a cura del Comitato di tutela appositamente istituito.  

Probabilmente la fondazione di Borghetto, villaggio che anticamente era denominato Scandolara (da scandola, cioè scaglia o tavola di legno, per la presenza di boschi da cui venivano ricavate le tegole per la copertura dei tetti), si deve all'abbondanza d’acqua presente nel territorio che lo caratterizza: il paese infatti si trova sulla fascia delle risorgive che funge da spartiacque fra l'alta pianura permeabile e la bassa pianura impermeabile. La particolare conformazione geo fisica di Borghetto ha fatto sì che questo luogo anticamente diventasse un crocevia di importanti arterie di comunicazione e tappa di pellegrinaggi sull’asse da e verso Roma, permettendo interscambi commerciali e culturali fino a fare dell’abitato un tassello importante del processo di romanizzazione della zona.

A testimoniarlo sono i numerosi reperti di epoca romana, tra i quali i più antichi risalgono al II-III secolo, che ora sono esposti all’interno dell’oratorio, ritrovati nelle zone circostanti ad esso e caratterizzati da materiali fittili, metallici e vitrei.

Intorno al VII-IIX secolo, furono i longobardi a spingere il villaggio alla costituzione di un primo centro di culto permanente, riunito attorno ad un edificio collocato proprio sui resti di un antico tempio pagano, l’oratorio appunto, come testimonia il ritrovamento dell’antica pietra che attualmente funge da altare.

Tra il IX e il X secolo poi, si strutturerà l’oratorio vero e proprio dedicato a S. Massimo di Cittanova d'Istria ricordato il 29 di maggio: la chiesetta appare per la prima volta nei documenti ufficiali a partire dal 29 aprile dall’anno 1085, data apposta nell’atto di donazione con cui le famiglie feudali dei Da Camposampiero e degli Ezzelini cedevano all'Abbazia di San Pietro e Sant'Eufemia di Villanova (attuale Abbazia Pisani) alcuni terreni ed alcuni edifici della pedemontana, tra cui anche il nostro oratorio.

Con la navata orientata in direzione est-ovest, e con l'entrata principale posta ad ovest, dalla sua costruzione fino ad oggi l’edificio ha subito numerosi interventi tra cui un importante ampliamento verso occidente effettuato nel 1577 e l’erezione della torre campanaria nel 1706.

A partire dalla fine degli anni ottanta, innescati dagli approfondimenti storici del Parroco di Borghetto Don Emilio Spagnolo, riconosciuta l’importanza storica dalle autorità civili ed ecclesiastiche, sotto la guida del comitato di tutela la piccola chiesa è stata oggetto di una serie di importanti interventi di consolidamento strutturale, di recupero storico e di restauro artistico, che hanno consegnato all’era moderna l’edificio come si presenta attualmente. Con l’occasione è stato scoperto nella volta dell’abside un affresco di oggettivo valore artistico databile intorno al cinquecento, rimasto nascosto per secoli sotto lo strato di calce con cui era stato coperto internamente l’oratorio, probabilmente a scopo sanitario in periodi di epidemie.

E’ stato proprio per votarsi a un santo protettore dalle pestilenze che a partire dal XVII secolo l’oratorio cominciò ad essere intitolato a San Rocco e festeggiato nel mese di agosto. Recentemente tuttavia, riscontrate le fonti storiche, la chiesa è stata reintitolata al suo Santo Patrono originario, cioè il Vescovo Massimo di Cittanova d'Istria, martirizzato in asia nel 254 DC ad opera dell'imperatore Diocleziano e sepolto nella basilica di San Canciano a Venezia.

Dal 2003 il sito, grazie alla cura del comitato di tutela, è diventato un museo: la piccola chiesa dunque, si presenta ora al pubblico sia come luogo di culto che come piccolo museo, scrigno di interessanti reperti che partono dall’età paleocristiana fino all’ottocento.

 

Museo san Massimo

Nel piccolo museo interno sono stati esposti i numerosi reperti lapidei rinvenuti nei dintorni della chiesetta durante gli scavi condotti negli anni '70, che testimoniano la frequentazione romana dell'oratorio, e anche preromana. Numerosi sono i frammenti architettonici decorati con motivi vegetali risalenti al secolo VII e VIII, e diversi sono i mattoni di epoca romana in cui compaiono incisioni e graffiti cui sono stati attribuiti significati diversi. Vi è inoltre un'urna cineraria databile al II-III secolo, una capsella per reliquie databile tra VIII e il IX secolo e una fonte battesimale del XIII secolo.

Tuttavia, i reperti più significativi sono senz'altro due bassorilievi scolpiti in pietra chiara di Nanto, cui sono stati attribuiti i nomi di "Agnello Crocifero" e di "Orante". Entrambe Bizantino-Longobardi risalenti al VII secolo sono riferibili al culto "Ariano" di quell'epoca.

Altri importanti pezzi visibili nel museo sono un altare ligneo del XV secolo, una pala settecentesca dei Santi Massimo, Sebastiano e Rocco, un piccolo tabernacolo barocco, e le quattordici stazioni della Via Crucis del XVII secolo, riportanti descrizioni in latino e spagnolo.

Oltre a numerosi altri simboli e curiosità, all'interno si può inoltre ammirare quello che rimane dell'affresco quattrocentesco che decorava interamente l'abside, scorgendo un Cristo pantocratore benedicente e due dei quattro degli Evangelisti, a sinistra Marco con il leone e a destra Giovanii con l'aquila.

ORARIO DI APERTURA

Domeniche e festivi

Aprile e Ottobre: 10-12; 15-18

Maggio-Settembre: 10-12; 16-19

Su prenotazione 

possibilità di visite guidate per singoli, gruppi e scolaresche

Apertura serale con guida fino alle 22 su richiesta telefonica.

Informazioni e prenotazioni:

+39 348 4422109 (Presidente) 

+39 333 6348321 (Vice Presidente)

Il progetto ROMEA STRATA

A partire dal 2016, il Comitato di Tutela della Chiesa di San Massimo di Borghetto, su richiesta dell'IAT Valle Agredo ha aderito al progetto ROMEA STRATA.

ROMEA STRATA è una iniziativa dell’Ufficio Pellegrinaggio della Diocesi di Vicenza, in collaborazione con il Centro Italiano Studi Compostellani.

Il gruppo di lavoro è composto da persone appartenenti a diverse associazioni, esperti dei vari territori regionali e di riscoperta d’antiche vie di pellegrinaggio a piedi. Promuovono e credono nel progetto molte istituzioni eccle­siali, civili e culturali di valenza locale e nazionale.

La scelta del nome oltre a richiamare Roma, la meta più importante a cui i pellegrini (i Romei) puntavano nel loro cammino lungo la penisola, vuole estendere idealmente a tutti i percorsi nel nord-est d’Italia, la figliolanza con la strada Romea, la principale via attraversata dai pellegrini medievali che dalle Alpi Orientali e da Venezia e puntavano alle tombe di Pietro e Paolo.

Il pellegrinaggio a piedi è una attualissima forma di espe­rienza con forti implicazioni sociali e ampia ricaduta econo­mica sui territori locali. La ROMEA STRATA non è solo via dello Spirito, ma an­che patrimonio storico-culturale vivo della collettività, da conoscere, promuovere e proteggere, e per questo è stato chiesto all'Unione Europea il riconoscimento di Percorso di interesse europeo.

È il luogo attraverso cui educare le giovani generazioni alla cura, all’intelligenza e al rispetto della propria storia e del proprio territorio, nella convinzione che ripercorrere le anti­che vie, specie se a piedi, genera forme più appropriate e intense di rapporto con il territorio e con le comunità che lo abitano.

La chiesa di San Massimo si trova lungo questa importante via di collegamento: a dimostrarlo sono i numerosi perllegrini che anno dopo anno chiedono di visitare l'oratorio, in quanto punto di riferimento inserito in antiche mappe che il progetto ROMEA STRATA intende tornare a valorizzare.

 

 

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